La rapidità e l’intensità delle trasformazioni dei paesaggi periurbani rende urgente trovare strumenti capaci di guidare tali fenomeni: cambia il significato di limite urbano. Persiste il confronto tra due realtà, prima chiaramente identificabili in città e campagna, che diventano sempre più diverse e distinte.
Il paesaggio di limite si differenzia dal paesaggio periurbano in quanto portatore di una visione progettuale che assume il limite, quel luogo di interfaccia tra paesaggio urbano e paesaggio naturale, quale elemento di relazione, superandone il significato comune che evoca concetti come separazione, conclusione e contenimento, per aprirsi a contenuti semantici latenti come mediazione, connessione e opportunità, e amplificando la propria dimensione trasversale che dallo spessore di una linea assume il peso di una fascia.
In questa scala locale, inquadrando l’area della Lea Valley e di Stratford, prima la lettura e poi l’interpretazione del tessuto urbano al limite della città, appaiono come azioni indispensabili per annullare la concezione di “paesaggio di frangia” e dare valore sia al parco come paesaggio naturale sia all’edificato come paesaggio urbano. Dal tessuto quindi si estraggono le linee che guidano il progetto e che permettono di delineare lo spazio del fra in modo tale che diventi parte integrante del paesaggio circostante.
Dalla scala territoriale alla scala locale, la lettura dei testi diventa formalizzazione di intenti strategici, attraverso il trasferimento dei caratteri del tessuto urbano e della struttura orografico geografica. Questi sono lo strumento per ancorare il progetto al suolo dandogli una base misurata e proporzionata alla dimensione della città. I caratteri, si confrontano con la mappa locale, ed in particolare con il paesaggio naturale. La rigidità degli elementi selezionati dalla città, si scontra con la organicità degli elementi naturali.
La misura geometrica viene applicata su una matrice libera, così dal confronto si scaturisce l’azione strategica con valenza simbolica: la deformazione della griglia. Tale valenza evidenzia un intento formale, ossia quello di dare importanza al paesaggio naturale nei confronti del sistema strutturale urbano, nella volontà di sconvolgere la geometria e la rigidezza, dove la griglia incontra il corso del fiume. La volontà è quella di ancorare il progetto al suolo anche verso il parco e verso il fiume, rispettandone i principi ordinatori. Se la strategia progettuale è la ricostituzione di un margine nell’interfaccia tra il parco ed il tessuto urbano, allora emerge la necessità della costituzione di una zona filtro cuscinetto, che deve mediare il passaggio, contestualizzandosi su entrambi i lati e verso i due differenti paesaggi.